Silenzio e notte, notte e silenzio: li amava. Camminava con passo veloce, ma senza correre, lungo il sentiero centrale del parco, proprio di lato al fiume che scorreva poco pi� in basso. A intervalli regolari il buio era interrotto dagli occhi bianchi dei fanali, una leggera foschia aleggiava intorno alle panchine di legno. Sentiva nell' aria l' odore dei tronchi, passando sull' erba umida: era autunno e a quell' ora di notte faceva freddo, ma anche il freddo gli piaceva. Il suo compagno era qualche passo dietro di lui, con un giaccone giallo e un berretto con la visiera in testa. Era un buon compagno, l' accompagnava sempre nei suoi giri. L' ombra si materializz� all' improvviso: all' improvviso ci fu un uomo di fronte a loro, sul sentiero. Si blocc�: lo aspettava, ne aveva avvertito l' odore prima che la presenza, l' odore rancido dei disperati, che sanno di non aver scampo. E infatti non ne aveva e lui era l� per togliergli anche l' ultima illusione. Era l� per lui. Il compagno si ferm�, con quel suo fare pigro e un po' indolente, ma era teso. Lui alz� la testa, era grande e forte e balz� in avanti. Avvert� il calore della carne, mentre urtava di forza l' uomo, mirando ad afferrarlo alla gola, sent� l' odore della paura e sent� il grido di paura, era a terra e gridava........Poteva finirlo in un attimo, ma il compagno lo chiam�. Riluttante lasci� l' uomo.
" C' � mancato poco, vero? " disse il compagno. Era d' accordo. Comunque
aveva fatto il suo lavoro. Sarebbe passato del tempo, molto tempo prima che
l' uomo avesse trovato il coraggio di avventurarsi nel parco la notte a
spaventar coppiette infreddolite, a seminar siringhe negli angoli pi� bui,
a far commercio di schifezze o qualunque altra cosa facesse. Era
soddisfatto, aveva fatto il suo lavoro. Potevano finire il giro e poi
andare a casa, a dormire fino all' indomani.
*** �� La mattina seguente and� nel bosco con il compagno, avevano tutti e due una gran voglia di muoversi e di stare lontani dalla confusione. Cos� presero qualche scatoletta da mangiare, qualche lattina e una borraccia d' acqua, salirono in auto e raggiunsero lo spartiacque. Parcheggiarono e incominciarono a salire su per la cresta: c' erano cespugli di semprevedi ai lati del sentiero ed erba alta tutt' intorno: camminavano su uno strato di foglie sfrigolanti, dorate nella luce del sole. Era una gran bella giornata per fare una gita. E si mise a correre e il compagno dietro a lui. Non c' erano pericoli l�. Si tuff� nel sottobosco e un fagiano si lev� in volo: avrebbe voluto afferrarlo, meraviglioso frammento di vita, ma quello sfrecci� in alto, sparendo nel cielo. Rimase fermo, ansante, a guardarlo. Usc� dal sottobosco, al richiamo del compagno, che gli sorrise: " C' � mancato poco, vero? " Annu�. Per poco lo prendevo, ma era stato meglio cos�: aveva ancora negli occhi il volo aereo del fagiano. Mangiarono e s' incamminarono sulla via del ritorno. Adesso non correva pi�, era un po' stanco, ma tanto tanto soddisfatto. Andar per i monti, con il compagno, anche quello era il suo lavoro.
����� A casa la donna stava semisdraiata in poltrona: le si avvicin� in
silenzio, non voleva disturbarla. Odorava di stanchezza. La sfior� solo
leggermente e per un attimo stette immobile attendendo una parola, un
gesto: niente. Un poco deluso si allontan�: era cos�, non poteva far
niente, solo guardarla e, a volte, sfiorarla. E� amarla. Era il suo lavoro.
La donna si mosse, allung� un braccio magro e gli accarezz� il dorso,
mentre lui si allontanava. Era un buon segno. Fra poco si sarebbe alzata e
gli avrebbe parlato, gli avrebbe chiesto:
" Com' � andata la gita?" e gli avrebbe raccontato quello che lei aveva
fatto e, per una volta, non avrebbe litigato con il compagno. Li avrebbe
ascoltati chiaccherare tranquilli: gli piaceva starli a sentire.
*** Si agit� nel sonno ed emise un brontolio leggero, a met� fra un sospiro e un gorgoglio. Il ragazzo si svegli� e accese la luce sul comodino, guard� il suo cane che dormiva nella cuccia ai piedi del letto: " Sta sognando. " si disse " Chiss� che cosa sogna ". Spense la luce e si riaddorment�.
Il suo cane sognava prati e corse dietro fagiani e cinghiali e carezze
dolci come il latte di una madre.
Nel buio della stanza il cane aveva ora gli occhi socchiusi.
" Dorme, si disse, chiss� perch� ha acceso la luce".
Si aggiust� nella cuccia e tese le orecchie: non un rumore, solo il respiro
regolare del compagno. Si rilass�. Ma stava in guardia: era il suo lavoro.
Abbass� le palpebre finch� gli occhi si ridussero a due fessure lucenti,
due schegge di luce immobili, sospese a mezz' aria nel buio della stanza.
Sbadigli� e sorrise.
Fine |